Una “persona” diventa “Personaggio” quando la sua figura interpreta
un ruolo rilevante e simbolico in una storia rappresentata sul palcoscenico.
Se il palcoscenico è costituito dalla vita sociale di una intera
comunità e il Personaggio vi sostiene un ruolo che ne incarna un aspetto
importante, allora egli ne diviene “Protagonista” e merita una menzione sul
libro dei ricordi di quella comunità.
Questa pagina del sito, che sarà costruita poco a poco senza seguire alcuna priorità cronologica e di spicco, disegnerà con il pennello della memoria e della gratitudine i profili dei PROTAGONISTI della comunità di Borgo Montello.
Sono ben accetti ed auspicabili suggerimenti e consigli da parte di chiunque.
---------------------------------------------------------------
Gianni era davvero una persona con una caratteristica molto
rara: dovunque si trovasse sapeva farsi voler bene, perché faceva del bene a
tutti, con allegria e naturalezza. In
primis nella sua famiglia allargata: moglie figli fratelli e parenti fino alla terza
generazione, sapendo far superare le asperità con leggerezza, con la battuta
pronta, scanzonata, acuta, creando un clima di cordialità e di accoglienza tale
da avere sempre la sua grande casa piena di ospiti che si sentivano davvero in
famiglia.
Sempre pronto ad aiutare e a farsi aiutare con naturalezza,
senza farlo pesare: ha superato così le pesanti difficoltà che la vita non gli
ha risparmiato. Ha assistito con cura
filiale i genitori anziani, i parenti non autonomi insieme all’inseparabile
Emilia, un’attenzione tutta particolare per i confinanti nelle emergenze della
dura vita contadina che materializzava l’amore umano e cristiano declinandolo nel
sorriso bonario e contagioso: iniziare la giornata con lui era un’avventura
tutta da vivere in leggerezza, nonostante la fatica quotidiana del lavoro
contadino che consente pochissime pause.
Grande e grosso aveva una tenerezza incredibile con i
nipotini, dal più piccolo che saltellava soddisfatto sul suo grande corpo
morbido, agli adolescenti con i primi problemi dell’età e familiari che
iniziavano l’avventura umana, incoraggiandoli e sostenendoli ad affrontare il
mondo.
Ma la sfida più grande credo sia stato l’ultimo periodo:
quello della malattia. Passare da essere il sostegno della famiglia allargata ad
essere lui stesso bisognoso di tutto.
Mai un lamento, un’impazienza solo la malinconia velata di non poter
essere utile, di non poter aiutare se non con il consiglio figli e nipoti, fino
all’ultimo giorno. Una grande forza e dignità.
Che il Signore lo accolga col sorriso che lui ha seminato con
generosità.
-----------------------------------------------------------
Nessun commento:
Posta un commento