8 SETTEMBRE 2019
Discariche e
incubo ecomafia, Libera chiede risposte. Attese da anni anche per l’omicidio di
don Cesare
“Continuano,
in tutta la provincia di Latina, ed emergere crimini ambientali da situazioni
assai ambigue e per questo ulteriormente pericolose, che peraltro espongono la
popolazione locale a conseguenze che potrebbero diventare gravi”. Lo scrive in
una nota il presidio di Libera Sud Pontino. Un coordinamento intitolato a don
Cesare Boschin, il prete anti-camorra ucciso in circostanze misteriose a Borgo
Montello, e che nell’occasione è intervenuto per riportare all’attenzione
pubblica diverse situazioni ambientali considerate da bollino rosso. E con esse
i pericoli derivanti dalle azioni della criminalità organizzata attiva nel
ciclo dei rifiuti. La stessa criminalità organizzata che, si è sempre
sospettato, è alla base dell’omicidio irrisolto di don Cesare.
“In questo
caso il crimine ambientale è stato scoperto a Itri dove, su
ordine della Procura di Cassino, è stato sequestrato
un terreno in località Calabretto utilizzato come discarica abusiva.
Si tratta di un terreno di circa mille quadrati che nel corso della sua
attività ha prodotto miasmi, fumi e probabilmente infiltrazioni nel terreno che
hanno colpito l’ambiente e molti cittadini che hanno sofferto per la crudeltà e
sete di denaro di alcuni. Nella discarica, di cui auspichiamo presto la Procura
riesca a risalire in primis ai proprietari riconoscendo a questi le loro
precise responsabilità attribuendo, nel caso, a loro i costi legati alla
necessaria bonifica, sono stati trovati scarti edili e guaine di asfalto, oltre
che materiale di scarto vario. Costi che non possono essere sopportati dai
cittadini ma che devono derivare dall’azione di rivalsa su tutti i principali
responsabili di questo crimine ambientale.
I rifiuti
gettati nel terreno sono rifiuti speciali che aziende e imprese, forse locali,
dovrebbero smaltire rivolgendosi ad altre aziende specializzate e pagando i
relativi costi. Queste invece trovano più conveniente versare il loro carico di
rifiuti inquinanti in discariche abusive, molto spesso accordandosi coi
proprietari dei fondi interessati. È così che sono nate le ecomafie e nello
specifico il ciclo illegale dei rifiuti. Ed è così che sono stati avvelenati
territori di straordinaria bellezza come la cosiddetta Terra dei fuochi e molte
altre aree del Nord.
Sotto questo
aspetto è utile ricordare che, secondo il rapporto Ecomafia 2019 di
Legambiente, il Lazio, con 2.062 infrazioni appurate, rimane stabilmente quella
con il numero più alto di illeciti ambientali, il 7,7% sul totale nazionale,
dopo le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa. Il ciclo illegale dei
rifiuti continua a segnare il maggior numero di reati nel Lazio: 545 infrazioni
accertate, 704 denunce, 15 arresti e 242 sequestri. La provincia di Latina si
posiziona al 10° posto assoluto, con 113 infrazioni accertate, 120 denunce e 65
sequestri, posizionandosi, insieme a quella di Roma, tra i primi dieci posti
della classifica provinciale sul ciclo illegale dei rifiuti.
Oltre alla
discarica di Itri continuiamo a chiedere chiarezza definitiva sulle numerose
discariche rinvenute ad esempio nel Comune di Pontinia e infine sull’annosa
questione della discarica di borgo Montello, nel cui ventre probabilmente
riposano e inquinano rifiuti altamente tossici provenienti da tutta Italia,
Nord in primis, e dall’Europa. Rifiuti gestiti anche dalle mafie e
che hanno corrotto il sistema democratico del territorio nonché portato alla
morte, per omicidio per essersi opposto per primo e con grande coraggio al
ciclo illegale e mafioso di rifiuti, di don Cesare Boschin, di cui attendiamo
di conoscere ancora i nomi dei mandanti e dell’omicida”.
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Pubblicato il 09/07/2018
E’ nato il
presidio “Libera Sud Pontino”, intitolato alla memoria di don Cesare Boschin
Si è ufficialmente
costituito, nella giornata di sabato 7 luglio 2018, il Presidio Sud
Pontino di Libera, intitolato alla memoria di don Cesare Boschin. Il
Presidio nasce dal desiderio comune di singoli cittadini, gruppi, movimenti,
associazioni, imprese sociali e scuole, appartenenti ad un territorio di grande
risorse naturalistiche, storiche e culturali, ma in sofferenza perché colpito
dalle organizzazioni criminali e a rischio di arretramento sociale,
economico e culturale. Un desiderio condiviso da numerosi cittadini di
impegnarsi concretamente nella costruzione di un “NOI” a
servizio del proprio territorio.
Attivo già da un paio
di anni nel territorio del sud pontino il Presidio, ora ufficialmente nato, va
ad aggiungersi alla numerosa serie di Presidi presenti in tutta Italia,
affiliati all’associazione Libera, fondata da don Luigi Ciotti. Proprio il
fondatore e presidente di Libera, nonostante i suoi innumerevoli impegni, ha
voluto presenziare all’assemblea di nascita del gruppo pontino, indossando la maglietta
rossa, simbolo della campagna da lui promossa per fermare l’emorragia di
umanità.
Così, nella sede del
nuovo Presidio, presso il Monastero di San Magno in Fondi, dopo l’apertura
dell’assemblea, si è passati a leggere il Patto di Presidio, un documento
stilato dagli stessi volontari in cui vi sono specificati i contesti, le
motivazioni, gli obiettivi ed ovviamente il perché della dedica a don Cesare
Boschin, sacerdote ucciso in circostanze ancora oggi misteriose a Borgo Montello,
frazione di Latina, il 29 marzo 1995 perché si oppose ai traffici illeciti di
rifiuti tossici smaltiti in discariche clandestine. Un ricordo doveroso per la
figura di don Cesare Boschin, affinché il suo nome e la sua dignità, spesso
infangati con falsità e depistaggi, diventino sinonimi di Testimonianza e
Impegno.
Dopo un breve saluto
del Vescovo della Diocesi di Gaeta, Mons. Luigi Vari che non
ha voluto far mancare il proprio sostegno, si è provveduto ad eleggere come
Referente del Presidio intercomunale per i prossimi 3 anni don
Francesco Fiorillo, sacerdote sempre in prima linea nella difesa dei
diritti e nella promozione della legalità, da sempre sostenitore e socio di
Libera. “Ho sempre pensato che l’avverbio più importante nell’amore non
è sempre e neanche mai. L’avverbio più importante nell’amore è ancora. Allora
oggi la parola che più mi sta a cuore, anche per il nostro piccolo gruppo che
spero diventerà sempre più grande, è ancora. Ancora continuiamo a stare dalla
parte della bellezza, ancora continuiamo a stare dalla parte dei deboli, delle
vittime, degli ultimi, di chi non ha voce”: queste le parole del primo
Referente del nuovo Presidio.
Infine ha voluto
dimostrare tutta la sua vicinanza e il suo apprezzamento don Luigi Ciotti,
salutando con le sue parole, la sua carica, la sua forza, gli
intervenuti: “se le mafie sono forti è perché noi siamo
stati troppo deboli. Dobbiamo provare disgusto per quanto sta avvenendo”. Poi un passaggio sulla
maglietta rossa, indossata da quasi tutta la platea: “sento il bisogno
anch’io di mettermi nei panni degli altri. Quella maglietta rossa ci ricorda
esattamente questo: ci mettiamo nei panni di quei bambini e di quelle mamme.
Dobbiamo metterci nei panni anche dei bambini di questo paese. L’ISTAT ci ha
detto che 1.200.000 bambini in Italia vivono la povertà assoluta. La maglietta
rossa ci ricorda i bambini, ma non solo i bambini, i poveri, gli ultimi, quelli
che fanno fatica”. In ultimo, un passaggio sulle parole di don
Francesco Fiorillo, sul termine “ancòra” che cambiando l’accento può
diventare “àncora”. Così il Monastero di San Magno, sede del presidio
e spazio di bellezza e libertà, può trasformarsi in un’àncora per il
nostro territorio.
L’associazione Libera
è, dunque, presente anche sul nostro territorio, con le idee chiare, con la
volontà di impegnarsi affinché all’omertà si contrapponga la responsabilità civile,
alla corruzione il bene comune, alla sopraffazione e allo sfruttamento l’equità
sociale. La volontà di preparare il terreno, tracciare solchi di Verità e
Giustizia, coltivare semi di Speranza affinché ogni giorno sorga il Bello.
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DON LUIGI CIOTTI DENUNCIA L'ATTIVITA' DELLE ECOMAFIE SUL TERRITORIO PONTINO
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LE ASSOCIAZIONI LIBERA E LEGAMBIENTE AL FIANCO DELLA POPOLAZIONE MINACCIATA DAL DEGRADO AMBIENTALE GENERATO DALLA DISCARICA DI BORGO MONTELLO
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